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Torta raw vegan al caramello salato di datteri e cioccolato. Raw baking guide to a smarter way to snak di Karolina Eleonòra. E una novità.

25 Giu

torta_caramello_raw

“L’utopia è come l’orizzonte..

cammino due passi e si allontana due passi,

cammino dieci passi e si allontana dieci passi.

L’orizzonte è irraggiungibile.

E allora a cosa serve l’utopia?

A questo: serve per continuare a camminare.”

( E. Galeano )

Quando avevo 18 anni ho scelto di non mangiare più animali e successivamente ho eliminato anche i derivati, diventando vegana. Allora mi sentivo un pesce fuor d’acqua, perché questa scelta era vista come una stranezza. Roba da hippy pallidi ed emaciati, in un periodo in cui i figli dei fiori non erano certo di moda. Col tempo però molte delle persone che conosco si sono avvicinate a questo tipo di alimentazione. Tra queste le mie coinquiline, amici, vicini di casa, parenti e anche mia mamma, che oggi ha fatto da modella per la foto con i datteroni, quella con le mani in primo piano ( vedi più avanti ) 😉

A volte non dormo la notte pensando alle cose di cui sono diventata consapevole ( e ancora tante ne voglio approfondire ), come le torture inflitte agli animali schiavi negli allevamenti.

Eppure, per quanto a volte non sia facile fare i conti con tutto l’orrore che ho impresso negli occhi, sono felice di non essermi fermata al gesto meccanico di mettere un barattolo nel carrello senza chiedermi come è stato prodotto.

Quattro anni fa nasceva la balenavolante, ovvero la condivisione di un percorso attraverso un mezzo potente come internet, per uscire dalla cerchia ristretta di amici e parenti. Di questo timido progetto all’inizio erano al corrente poche persone: la mamma ( prima osservatrice discreta, poi assidua commentatrice e sostenitrice ), i miei tre gatti e Medora, le mie coinquiline, qualche amico e un paio di avventurieri della blogosfera, capitati da queste parti in maniera assolutamente casuale.. cercavo un modo per condividere la mia scelta etica con altri, soprattutto con chi la pensa diversamente da me.

Oggi più di cinquecento persone sostengono questo spazio!

Per ringraziarvi, cari aficionados, immagino di recapitarvi una fetta di questa super tortazza vegan e crudista a domicilio! Tra l’altro oggi cade anche il mio compleanno, oltre a quello della balena! Doppi festeggiamenti allora, con una cena a casa con famiglia pelosa e non 🙂

Per la ricetta ho tratto ispirazione dal libro di Karolina Eleonòra, chef svedese di dolci crudisti, A RAW BAKING GUIDE TO A SMARTER WAY TO SNACK ( per chi non la conoscesse, date un occhio al suo blog:  http://www.loveraw.blogspot.it  e al suo sito: http://www.therawdessertkitchen.comNe approfitto per ringraziare Sissa, del blog www.lasissa.blogspot.it, che me l’ha fatto conoscere qualche tempo fa! ).

Le ricette riguardano più che altro snack ( dolcetti, barrette, truffles, biscottini, macaroons ) e sono accompagnate da una favolosa guida con 33 trucchi del mestiere per dolci da urlo. Un esempio? Nei dolci al cioccolato raw, per ottenere un gusto più deciso, è possibile combinare metà dose di polvere di carrube con metà cacao; in alcuni casi è poi possibile sostituire il cacao con la carrube. Se risultasse troppo dolce per i nostri gusti, possiamo aggiungere un po’ di tahin, bilanciando con un tocco amaro la dolcezza naturale della carrube.

cioccolato-raw

raw-snack

Per la torta ho assemblato la base di uno snack con il caramello salato di un altro dolcetto e il top dei brownies in foto, aggiustando le dosi ed eliminando alcuni ingredienti, lucuma & company per capirci, che qui al mercato non si trovano.. e il burro di arachidi, che ho preferito sostituire con del tahin autoprodotto. Trovare noccioline non tostate né salate è un’impresa, almeno dalle mie parti! Per chi volesse cimentarsi con l’autoproduzione, se non avete necessità di preparare una versione raw, si possono benissimo utilizzare anche le noccioline tostate, da frullare come nell’esempio qui sotto del tahin.

Il libro è interessante e le foto molto curate, l’unico neo potrebbe riguardare la reperibilità di certi ingredienti, ma nella guida con i 33 ‘segreti del mestiere’, Karolina spiega come sostituirli con altri di uso più comune. Per chi conosce l’inglese e ama i dolci, questa guida è un must.

karolina
INGREDIENTI

per la base ( 20 cm di diametro ):

100 gr mandorle non tostate bio;

150 gr anacardi non tostati bio;

200 gr datteri diamante bio  ( detti anche Medjoul );

 

per il caramello di datteri salato:

450 gr datteri diamante bio (detti anche Medjoul ) ammollati;

5 cucchiai di tahin autoprodotto;

1 pizzico di sale integrale bio;

 

 

per la copertura al cioccolato:

200 gr i datteri diamante ( detti anche Medjoul ) bio;

100 gr di cacao raw in polvere bio;

150 ml latte di cocco autoprodotto bio;

1 pizzico di sale integrale bio;

 

per la decorazione:

una spruzzata di polvere di carrube e caco raw;

frutta di stagione ( io ho scelto dei lamponi e ribes );

 

Per autoprodurre il tahin, ho frullato 200 gr di semi di sesamo non tostati bio con 1 cucchiaio di olio  semi di girasole bio spremuto a freddo. Alcuni lo frullano con acqua anziché con olio ( es. http://thehealthyeatingsite.com/how-to-make-raw-tahini/ ); io scelgo l’olio per ottenere una consistenza più cremosa, che meglio si adatta all’uso che ne faccio ( dolci o hummus di ceci ). Con l’acqua rimane più liquido, risultando più simile a una pappetta.

Il procedimento richiede un po’ di tempo, per evitare di surriscaldare infatti occorre azionare il frullino per qualche istante, poi spegnere, attendere e ripetere finché si ottiene una crema. All’inizio si ottiene una consistenza granulosa, ma andando avanti diventerà sempre più cremosa.

Per autoprodurre il latte di cocco, mi rifaccio a una vecchia ricetta pubblicata su veganhome ( eccola qui ). Parto dalla noce di cocco ( preferibilmente del commercio equo e solidale Fairtrade ). Grattugio la parte bianca, la misuro in tazze per facilitare il calcolo dell’acqua da aggiungere ( il doppio di acqua rispetto al cocco ). Lascio il cocco grattugiato ammollo per circa 1 ora, poi con un colino a maglie strette o uno strofinaccio filtro il latte e lo conservo in frigo. Anche lo ‘scarto’ può essere conservato per produrre dolci o altri piatti.

foto

“Le cose belle, sono lente!”

( cit. dal film Pane e tulipani )

Ho frullato gli ingredienti della base fino a ottenere un impasto appiccicoso, che ho pressato nella tortiera ottenendo una base di mezzo centimetro.

Ho frullato gli ingredienti del caramello salato e versato sulla base, precedentemente messa in frigo a riposare.

Ho frullato gli ingredienti della crema al cacao, fino a ottenere un composto denso e budinoso e l’ho versata sulla torta.

Ho lasciato in frigo a solidificare  e poi ho cosparso la superficie con della polvere di carrube raw e dei lamponi del mio terrazzo, ma ci stanno bene anche albicocche, pesche, fragole..

furbytorta_raw_vegan

Novità:

  • Questo mese, sul n.9 di Fanny vegan, rivista 100%vegan, ci sono anch’io con un reportage dall’India ricco di foto e curiosità sulla cucina del Rajastan e non solo! ( Ricordate il lungo viaggio nella terra dei maraja di cui vi avevo parlato? Qualcosa avevo scritto anche qui e qui ).

Dove trovare la rivista?

Ecco tutte le info a questo link: http://www.funnyvegan.com/compra-la-rivista-funny-vegan/

funny-vegan

  • Per chi volesse seguire la balenavolante anche altrove, vi segnalo che è nato il profilo instagram ( #balenavolante )  e la pagina FB! Vi aspetto!
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Crema di tarassaco (dente di leone) e pratoline; festeggiamo il premio Foodblog Award con una ricetta Flower Power

14 Mar

crema_tarassaco_pratoline_balenavolante

“Quando ero piccola stavo sempre in giardino e cercavo le coccinelle.. ma non le trovavo mai.. un giorno ero stanca e mi addormentai sul prato, quando mi svegliai ero piena di coccinelle.. coccinelle dappertutto!”

Frances (Diane Lane) in Sotto il sole della Toscana

Stamattina vista la giornata di sole sono andata a fare una scampagnata con Medora.

Lei ha corso come una lepre su e giù per i prati, in estasi per il risveglio della Natura.

Abbiamo ascoltato il vento che cambia e l’aria sbarazzina di marzo.

Ci siamo appisolate nel verde, con le coccinelle e brucaliffi fosforescenti a farci il solletico.

Ho sognato tanti colori e che cadevo.

Poi mi sono svegliata, ho raccolto un po’ di tarassaco (chiamato anche dente di leone) e alcune pratoline, gli ingredienti del nostro pranzo di oggi!

***

Fin qui ho sempre mangiato i denti di leone crudi in insalate primaverili, in aggiunta ad altre verdure a foglia verde, per mitigarne il sapore amarognolo.

Oggi volevo preparare qualcosa di nuovo e così mi sono messa a spulciare su vecchi libri di cucina, dove ho scoperto tantissime ricette a base di queste piante, molto apprezzate anche per le note proprietà depurative e diuretiche (nella tradizione contadina il tarassaco è infatti chiamato anche piscialletto!).

Dei denti di leone non si butta via davvero nulla!tarassaco_balenavolante

I boccioli si possono mettere sottaceto, come i capperi, mentre con i fiori si ottiene una salsa ottima come condimento sulla pasta. C’è anche chi li usa fritti in pastella o per farne una marmellata (apprezzata soprattutto in medioriente). Con le radici essicate è possibile ottenere un caffè.
Con le foglie è possibile fare zuppe, decotti, minestre, far-frittate (per la frittata vegan, ovvero senza uova, vedi qui) e anche un ottimo pesto.

Noi oggi abbiamo preparato una crema che fa subito primavera.. ed è anche depurativa, che male non fa 🙂

INGREDIENTI

mezzo litro d’acqua;

250 gr di foglie di tarassaco;

3 patate biologiche;

1 porro intero;

1 cipolla bio;

1 pezzetto di radice di zenzero;

mezzo cucchiaino di pepe nero bio;

1 cucchiaino di curcuma bio;

per guarnire fiori commestibili a piacere (io qui ho usato fiori di rosmarino e pratoline appena colte e ben lavate);

olio extra vergine di oliva biologico;

sale integrale bio;

Ho messo a dorare la cipolla con un po’ d’olio extravergine e aggiunto le spezie e le foglioline di tarassaco. Ho aggiunto le patate sbucciate e fatte a pezzi, il porro intero (anche radici e fusto), lo zenzero pelato e l’acqua.

crema_tarassaco_balenavolanteHo lasciato sobbollire per circa 15 minuti, poi ho controllato che le patate fossero cotte e spento il fuoco.

Ho frullato tutto fino a ottenere una crema, assaggiato e aggiunto un po’ di sale.

Ho servito con qualche fiore fresco di rosmarino, pratoline e un filo di olio extra vergine.

Questa zuppa volendo può essere servita con dei crostini di pane e condita con salsa tamari o miso al posto del sale.

Eh, ma che succede.. sei ancora qui? Di solito la balenavolante finisce la foodblogger_awardricetta e subito svolazza via.. ma oggi no, non poteva essere una giornata come tutte le altre, e nemmeno questo post vuole esserlo! Oggi ne approfitto per ringraziare Alice Grandi, del blog www.ricettevegolose.com, che mi ha assegnato il graditissimo premio foodblogger award, che assegno a mia volta ad alcuni blog che mi piace sbirciare 🙂

www.notedicucina.com

http://www.cosamangianoivegani.wordpress.com

www.mangiovegano.blogspot.it

www.enjoylifeblog.com

Quinoa con zucca, anice e cocco.

5 Mar

“Quando avevo 5 anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la quinoa_rossa_zucca_butternut_cocco_anicechiave della vita. Quando andai a scuola, mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi “felice”. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita.”

John Lennon

Da piccola quando mi chiedevano cosa mi sarebbe piaciuto fare da grande non avevo le idee molto chiare.

Le mie compagne volevano fare la maestra, l’infermiera e la ballerina. Io sognavo di fare quella che va in Antardide a difendere i cuccioli di foca dai cacciatori.

Ma che mestiere è?!

Magari in tedesco esiste una sola parola per definirlo. Non mi stupirebbe visto che esiste addirittura una sola parola per dire ‘persona che si infila i guanti per tirare palle di neve’ (handschuhschneeballwerfer)!

Beh.

Ancora non so cosa voglio fare da grande..

..di certo so che voglio essere felice.

+++

Ricettina?

INGREDIENTI

(per due persone con un buon appetito!)

zucca butternut

200 gr di zucca bio (io ho usato la Butternut);

250 gr quinoa rossa bio;

2 cucchiai di cocco essiccato in scaglie bio;

1 cipolla bianca bio;

1 cucchiaino di anice bio;

1 cucchiaino di curcuma;

1 cucchiaino di pepe nero;

1 cucchiaino di peperoncino bio;

olio extravergine di oliva bio;

sale integrale bio;

Ho sciacquato la quinoa e messa a bollire per 20 minuti circa. Per la quantità d’acqua mi regolo così: per ogni bicchiere di quinoa aggiungo 2 bicchieri e mezzo di acqua.

Trascorsi i 20 minuti ho spento il fuoco e lasciato il coperchio.

In una padellona a parte ho fatto dorare una cipolla tagliata finemente in olio extravergine d’oliva. Ho aggiunto i semi di anice macinati, le scaglie di cocco, il peperoncino, la curcuma, il pepe e per ultima la zucca tagliata a dadini.

Ho fatto ammorbidire la zucca, a fuoco lento, aggiungendo un po’ d’acqua e lasciando il coperchio.

Quando la zucca è risultata morbida ho aggiunto la quinoa e mescolato a fuoco basso per un paio di minuti, così da amalgamare i sapori. Ho aggiustato di sale e lasciato riposare a fuoco spento qualche minuto.quinoa_rossa_zucca_anice_cocco

Con questa ricetta partecipo alla raccolta Salutiamoci, nata da un’idea di BriiLoCobrizo, Stella e Ravanella che viene ben riassunta dalle loro parole:

La sfida consiste nel cucinare qualcosa di buono, bello e soprattutto sano, alla scoperta di nuovi ingredienti nel rispetto della loro stagionalità, approfondendo la conoscenza del rapporto tra cibo e salute, ed evitando soprattutto facili scorciatoie industriali o scelte che prediligano solo l’occhio o il palato senza tener conto della salubrità nel lungo termine.

Questo mese l’iniziativa è ospitata da Daria, su goccedaria.it, con l’ingrediente del mese, ovvero la quinoa.

salutiamoci300

NB:Avvertimento:  L’abbinamento zucca-cocco-anice crea elevata dipendenza!

torta di mele vegan crudista

8 Feb

balenavolante

Piove. Ehmbè?!

Sentirsi in vacanza non vuol dire solo affondare i piedi nella sabbia tiepida.

Oggi mi sento di camminare con gusto sotto la pioggia come se non ci fosse un domani.

E poi, ho gli stivali di gomma: posso saltare nelle pozzanghereeee!

Sciaff!

Medora mi guarda per un attimo perplessa,

poi riprende a camminare sculettando come fa lei,

annusando ogni cacca che incontra.

Buongiorno!

Indossare stivali e ciononostante essere scalzi, nei pensieri.

***

Ok, ho superato la mia metereopatia e sono anche uscita danzando sotto la pioggia, quindi: caro Universo me lo sono guadagnata un po’ di sole, non credi?!

Un’ora di passeggiata e ho la consistenza di un’alga. Medora invece  assomiglia a una nutria (ghghgh). Direi che è ora di tornare a casa, al caldo.

Tazza fumante di tè e una gigantesca fettazza di torta di mele.. (uh, grazie Fonzie che mi hai portato il topino per giocare) .. perchè sì, cari aficionados, questa volta l’ho fatta cruda!

Cruda e semplice.

Sperimentando varie basi ho finalmente trovato degli ingredienti che mi permettono di ottenere un’impasto piuttosto elastico, non troppo appiccicoso e che si presta a essere lavorato facilmente. Tutto questo senza sciroppi, burro, dolcificanti, nada de nada, solo frutta. E solo 2 ingredienti.

Massì dai, semplifichiamo!

raw_vegan_apple_pie_balenavolante

INGREDIENTI BASE

200 gr albicocche essiccate;

la scorza di mezzo limone biologico grattuggiata (non è indispensabile);

250 gr di mandorle;

TOP

4 mele bio;

200 gr di mandorle;

la scorza di mezzo limone grattuggiata;

100 gr di uvette intere;

1 cucchiaino di cannella;

DECORARE

1 mela

una manciata di uvetta

 apple_vegan_pie_raw_balenavolante

Ho preso le albicocche e frullate insieme alle mandorle (grazie mamma e Mirna per il frullatore!). Ho aggiunto un po’ di scorza di limone bio grattuggiata e iniziato a lavorare l’impasto finchè non è diventato piuttosto omogeneo e liscio.

A questo punto l’ho trasferito nella tortiera formando una base spessa circa mezzo cm. Ho messo in frigo.

Ho frullato le mele con le mandorle e poi aggiunto l’uvetta, la scorza del limone e la cannella, fino a ottenere una crema non troppo liquida.

Ho estratto la base dal frigo e ci ho versato sopra la crema.

Ho rimesso in frigo a solidificare.

Per guarnire ho tagliato a fettine sottili una mela e spruzzata con poco limone per non farla annerire, e aggiunto qualche uvetta.

Buonissima!!!

UNO COOKBOOK, ricette 100% veg semplici e gustose che fanno bene a noi, agli animali e al nostro pianeta. Di Manuel Marcuccio. Edito da Eifis

30 Gen

UNO Cookbook è un ricettario vegan fatto in casa.cover_UNOCOOKBOOK_Hres

Manuel ( autore del seguitissimo blog www.unocookbook.com ) l’ha preparato tra la cucina in cui ha impastato, spadellato e infornato tutte le ricette, la terrazza in cui le ha fotografate e il soggiorno dove le ha trascritte, circondato dal verde della campagna.

Come scrive nella prefazione, si tratta di un libro di ricette semplici, che prevedono solo ingredienti di stagione. Per fare la spesa infatti non serve organizzare tutto prima decidendo a tavolino cosa cucinare; è la Natura stessa a metterci sotto il naso gli ingredienti da mettere in dispensa, a patto di andarci a rifornire nei posti giusti.

Dopo anni trascorsi da ‘bestia urbana’, tra Milano, Bologna, Roma e Parigi, Manuel racconta la sua scelta di trasferirsi a vivere in un piccolo paese della pianura lombarda, circondato dal verde, e di come la sua vita sia cambiata, anche nel fare la spesa. Non più code chilometriche al supermercato, ma piuttosto una sorta di caccia al tesoro tra negozietti bio e banchetti del mercato, dove è possibile instaurare una relazione di fiducia con i negozianti e trovare prodotti freschi e di qualità.

Il nome UNO nasce dalla consapevolezza di far parte attiva di un progetto che la Natura ha disegnato per ogni essere vivente su questa Terra, di essere un ‘minuscolo tassello, ma significante, di un UNO meraviglioso.’

Da qui l’impegno a tradurre la battaglia a favore del nostro pianeta nelle sue passioni, in quei gesti che si compiono quotidianamente per necessità, come fare la spesa e cucinare.

Quando mi sono chiesto come potessi partecipare attivamente con le mie peculiarità a questo progetto, mi sono risposto semplicemente: “Mi piace fare da mangiare!”.

Nella presentazione dei piatti descrive con cura gli ingredienti e la modalità di preparazione, ma non il tempo, perchè ‘far da mangiare dev’essere anche un’esperienza che va gustata‘, quindi ecco un ricettario che ci accompagna nei momenti in cui decidiamo di cucinare per il piacere di farlo, così come guardare un film o ascoltare musica.

‘Non è un libro che vuole aiutarti a risolvere in meno di 20 minuti la preparazione di una cena,’ scrive,ma un ricettario che vuole farti compagnia durante un pomeriggio in cui hai deciso di preparare un piatto per qualcuno a cui vuoi bene.’

Tra le particolarità che rendono unico questo ricettario, mi ha colpito la suddivisione delle ricette per situazioni (pic nic, cena romantica, aperitivo..) piuttosto che in antipasti, primi e secondi, perchè sono tutti piatti che rappresentano ciò che UNO cucina quotidianamente per sè, la sua famiglia, gli amici.

I piatti sono accompagnati da grandi foto a colori, scattate da Manuel, tutte dalla stessa angolatura, dall’alto, sempre sullo stesso piatto, bianco col bordo argentato, per far risaltare la ricetta, la vera protagonista di ogni scatto.

UNO_Cookbook_recensione

Tra le ricette si trovano piatti base, come per esempio la pasta fresca vegan, ricotta di soia, maionese veg, ma anche una ricca sezione di piatti esotici (verso Est) che ho particolarmente apprezzato.. ricette crudiste (carpaccio di ravanelli, lasagne di zucchine..) e dolci da capogiro (tiramisù al cocco con formaggio cremoso di soia, ciambella integrale alle rose con gelatina di petali di rose).. tutto rigorosamente vegan.

‘Perchè allora mi sono detto: “Se davvero amo gli animali non voglio più nutrirmi di loro.”‘