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IL BAMBINO CHE MORSE PICASSO. Di Antony Penrose. Edito da Gallucci.

24 Set

Antony Penrose, autore di Il bambino che morse Picasso, edito da Gallucci, è cresciuto in una famiglia di artisti; la mamma, Lee Miller, modella e fotografa, e il papà Roland Penrose, poeta surrealista e pittore. Farley Farm, la loro casa nel Sussex, era frequentata da personaggi celebri tra i quali Max Ernst, Joan Mirò, Henry Moore, Man Ray e il grande Picasso.
Ecco spiegato come si conobbero il piccolo Tony (questo il diminutivo di Antony) e Pablo Picasso.

I due, nonostante non parlassero la stessa lingua e la notevole differenza di età, avevano parecchio in comune… entrambi amavano gli animali, si divertivano a fare molti giochi e adoravano disegnare. Potevano due così non diventare subito amici?

 “Mi chiamo Tony.
Da piccolo vivevo in una fattoria nel Sussex, in
Inghilterra, e avevo un amico fuori dal comune.
Aveva due occhi neri e profondi, un grande sorriso
e mani meravigliose. Erano davvero meravigliose
perché riuscivano a fare disegni e quadri e sculture e collage e vasi e piatti e mille altre cose.
Il mio amico si chiamava Pablo Picasso ed è stato uno dei più grandi artisti mai esistiti”

Ora che è diventato grande, Antony ha aperto il suo album dei ricordi e ci racconta del suo straordinario compagno di giochi, visto con lo sguardo del bambino di allora, offrendoci una versione del tutto inedita del grande artista del 900; sfogliando queste pagine dense di aneddoti, infatti, è come spiare la vita quotidiana del grande pittore, avvicinandoci alle abitudini, gli amici, i suoi adorati animali, la sua casa.

65 splendide immagini, che comprendono opere di Picasso, disegni dell’autore e fotografie scattate dalla mamma di Antony, ritratti della vita intima dell’artista, come quella di Esmeralda, la sua amata capretta, che dormiva in una culla fuori dalla sua camera e da lui resa celebre in diverse sculture e dipinti.

“Una volta, mentre stavamo giocando,
io ero così agitato che, preso dal gioco, diedi un morso a Picasso.
Picasso si girò e mi morse anche lui, e forte! Prima che io
cominciassi a urlare, la mamma sentì che Picasso diceva
in francese: ‘Accidenti! Questo è il primo inglese che mordo in vita mia!’ “

… e se per tutti noi Picasso rappresenta uno degli artisti più famosi al mondo, con oltre 2.000 dipinti, più di 7.000 disegni, 1.000 sculture e molto molto altro… Per quel bambino che gli diede un morso, resterà impresso nel cuore come l’amico più straordinario che abbia mai avuto!

Editore: Gallucci
Pagine: 47
Prezzo: 14,50

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IL PRINCIPE E IL MARE DEI CORALLI. Di Daisaku Ikeda, illustrazioni di Tullia Masinari. Edito da Esperia.

3 Set

“Quel giorno Ryo era di nuovo sulla spiaggia, il luogo che più amava… Si tuffò con impeto e iniziò a nuotare verso il mare aperto. Come era azzurro il cielo! Quant’era caldo il sole sulla schiena! E il mare così verde… Sott’acqua il corallo formava una foresta i cui rami si aprivano simili a quelli degli alberi.”

Chiudete gli occhi e provate a immaginare l’isola descritta da Daisaku Ikeda… sembra quasi di vedere una di quelle cartoline o pubblicità di mete turistiche che ritraggono angoli di paradiso… tuttavia c’è da scommettere che in pochi riconoscerebbero di che luogo si tratta; il nome infatti non rimanda esattamente ai paesaggi mozzafiato che spesso ci fanno fantasticare davanti alle vetrine di qualche agenzia viaggio.

L’isola ‘misteriosa’, un tempo ricoperta da fiori coloratissimi e circondata da foreste di coralli, è Okinawa. Anticamente chiamata Ryukyu, è stata teatro di tragiche vicende belliche che l’hanno devastata portando morte e distruzione durante la seconda guerra mondiale. E’ qui che si è svolta una delle battaglie più lunghe (80 giorni) e sanguinose del conflitto, tanto da portare, secondo gli storici, alla decisione da parte di Truman di lanciare la bomba atomica su Hiroshima.

Prima di questi tristi fatti Okinawa era conosciuta come un’oasi di pace. Si racconta che persino Napoleone rimase stupito dall’esistenza di un luogo simile, esclamando “Esiste davvero un paese in cui non vi sono armi?” riferendosi proprio ad Okinawa.

Daisaku Ikeda, leader della SGI (Soka Gakkai Internazionale, ONG buddista per la creazione di valore), ha scritto questa favola, potentissima e delicata, per augurare a chiunque abbia sofferto di essere ricompensato con tanta felicità. Il messaggio è per gli abitanti di Okinawa, così come per tutti noi… perchè ‘la vita è il più prezioso di tutti i tesori’, come ricorda un famoso detto dell’isola.

“Quello che si sente con il cuore è quello che più conta”, disse Ryo. “Un cuore gentile è più prezioso di qualsiasi altra cosa.”

La storia di Ryo, il bambino protagonista di questo racconto, ci insegna quanto la forza di un cuore sincero possa fare la differenza, arrivando persino a cambiare il destino di una nazione.

Ryo continuò: “Non abbiamo armi. Non usiamo spade, ma possediamo la gentilezza, l’amore e la pace!”

Il messaggio di Daisaku Ikeda arriva forte e chiaro, infondendo speranza proprio laddove sembrano mancare le condizioni per un cambiamento positivo!

Edizioni: Esperia

Pagine: 36

Prezzo: € 12,00

Immagine pubblicata col gentile consenso dell’autrice Tullia Masinari (www.tulliamasinari.altervista.org)

IL MIO AMICO TARTATTA’. Di Béatrice Fontanel. Illustrazioni di Marc Boutavant. Edito da LaNuovaFrontiera Junior.

11 Giu

 

“Arrivò a scuola all’inizio dell’anno

con dei capelli selvaggi da non credere.

Si capiva che aveva cercato di appiattirli con l’acqua,

ma il risultato erano tante ciocche tutte incollate

che si raddrizzavano di continuo. Solo a guardarlo,

io e gli altri compagni dovevamo trattenerci per non scoppiare a ridere.”

Così Ferdinando, un bambino delle elementari, racconta il suo primo incontro con Basilio.

Il nuovo arrivato viene subito notato dai compagni non solo per la buffa capigliatura, ma soprattutto per il suo modo di parlare; il piccolo infatti balbetta. A sentirlo incespicare sulle lettere, ecco che scoppiano a ridere … così per tutti (addirittura per se stesso!) diventa Tartattà.

“Quando alla ricreazione iniziò a parlare,

non potevamo credere alle nostre orecchie.

Balbettava da morire… Non mi ricordo più

chi lo chiamò per la prima volta Tartattà.

Non era molto carino, ma sinceramente gli stava a pennello.”

E’ questo l’inizio di una storia tanto tenera quanto dura, in cui è davvero facile immedesimarsi. Le tante difficoltà a farsi accettare e le molte paure di sembrare diversi riguardano non solo il protagonista di queste pagine, ma tutti noi. Anche se non si è sofferto di balbuzie come Tartattà, a chi non è capitato di essere preso in giro per qualche ‘difettuccio’ tra i banchi di scuola? Dalle orecchie a parabolica a quell’apparecchio che ci ha fatto sembrare un ferramenta, dai chili di troppo agli occhiali spessi come fondi di bottiglia, in pochi sono scampati alle battutine, talvolta per nulla simpatiche, dei propri compagni di classe. Ricordo per esempio una mia amica che per via della peluria sopra al labbro era stata soprannominata Gillette!

Ma non serve a nulla perdersi d’animo!

La storia infatti prosegue con una piccola mano che si tende a stringere quella di Tartattà. Da quel momento non è più solo. Con lui c’è Ferdinando. Grazie a questo tenero legame di affetto e stima, il bambino ritrova fiducia in se stesso, tanto da esprimere il desiderio di voler diventare attore di teatro e recitare davanti a folle di spettatori.

Anche se il finale non lo rivela, c’è da scommettere che Tartattà riuscirà a coronare il proprio sogno, e recitare un giorno davanti a un grande pubblico …

… del resto la storia è ricca di celebri esempi che ce l’hanno fatta! Basti pensare alla vicenda da poco proiettata nei cinema con il film ‘Il discorso del re’, incentrato proprio su un personaggio, re Giogio VI di Inghileterra, che riuscì a vincere sulla balbuzie tenendo un celebre discorso alla nazione in diretta radiofonica. Un discorso divenuto celebre, che infiammò gli animi degli inglesi in occasione dell’entrata in guerra dell’Inghilterra contro Hitler. Pronunciato tutto di filato, senza incespicare sulle lettere, con pathos regale. Un re balbuziente diventato eroe!

Di certo sono moltissimi gli esempi di personaggi famosi che hanno saputo superare le proprie difficoltà di linguaggio. Forse non tutti sanno che Marilyn Monroe, Jimi Hendrix, Napoleone (solo per citarne alcuni) soffrivano di balbuzie.

Eppure non è certo per questo che oggi li ricordiamo …

Editore: Lanuovafrontiera Junior

Prezzo: 12,50

Pagine: 44

IO E CHARLOT. Di Arianna Da Genova, illustrato da Alessandro Sanna. Edito da Biancoenero.

27 Mar

“Successe una cosa inaspettata. Quasi senza accorgermene mi vestii con un paio di pantaloni troppo grandi per me, una giacchetta troppo piccola e infilai ai piedi due scarpe da gigante. Raccolsi un bastone di bambù e calzai una bombetta nera sulla testa. Incollai anche due baffetti corti corti sotto il naso”

Ecco come nacque Charlot ( The Tramp in inglese), vagabondo gentiluomo dall’aria romantica e malinconica, raccontato in una veste tutta inedita da Arianna da Genova per la casa editrice romana Biancoenero.

Davvero un tipo bizzarro quello interpretato da Chaplin!

Ciack si gira!

Si apre così il sipario su un’altra puntata della collana ‘Strani Tipi’ e ci troviamo spettatori di una divertente sequenza ritmata di fotogrammi, proiezione in movimento di una pellicola cinematografica, resa con abilità dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, che ha saputo rendere la caratteristica andatura dondolante di Charlot.

L’accessibilità è il punto forte di questa collana ad alta leggibilità, dedicata a tutti i ragazzi, sia quelli che già hanno familiarità coi libri, sia quelli che in genere rinunciano alla lettura: bambini dislessici ( circa il 4% dei ragazzini in età scolare), i non madrelingua e i cosiddetti lettori ‘pigri’.

Un progetto nato in collaborazione con un team di psicologi cognitivi e terapisti dell’Università La Sapienza, che ha dato vita a libri ‘amichevoli’ e mai discriminanti; altissima è infatti la cura per la qualità e lo stile, con un linguaggio semplice e mai povero.

Lo ‘strano tipo’ raccontato in Io e Charlot è un bambino con un grande sogno: fare l’attore.

Nulla sembra essere dalla sua parte. Di umile origine, Charlie rimane presto orfano di padre e la mamma, gravemente malata, viene ricoverata in manicomio. Inizia così un periodo denso di difficoltà, in cui il giovane non smette mai di credere nel proprio talento; quello che sorprende infatti, al di là della fama indiscussa di questo artista poliedrico (è uno dei protagonisti del secolo scorso a vantare il maggior numero di biografie), è stata la tenacia con cui ha saputo perseguire il suo sogno di diventare attore a discapito delle umili origini e di una famiglia dalle sorti avverse.

È veramente bello battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione. Perdere con classe e vincere osando perché il mondo appartiene a chi osa! La vita è troppo bella per essere insignificante (Charlie Chaplin)

Attore, regista, sceneggiatore, compositore e produttore, Chaplin è stato autore di oltre novanta film diventando uno dei maggiori cineasti del XX secolo, tanto da ricevere un Oscar alla carriera nel 1972.

Come disse Eleanor Roosevelt, il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. Di certo Chaplin è stato un gran sognatore, tanto da rimanere impresso nella lastra dei nostri tempi moderni …

Editore: Bianco e nero

Prezzo: € 9,50

Pagine: 80

INDOVINA CHI C’È NEL PIATTO? Di Ruby Roth. Edito da Sonda.

7 Feb

Dove crescono i wurstel?

Il tonno nasce in scatola?

Com’era la bistecca prima di finire sigillata in una vaschetta sul banco del supermercato?

Per citare le parole del titolo di questo albo illustrato per bambini dagli 8 ai 12 anni edito da Sonda:  Chi c’è nel piatto?

Una domanda spesso ‘scomoda’, come a dire occhio non vede, cuore non duole

L’interrogativo posto da Ruby Roth può sembrare ovvio a molti di noi, eppure può non essere altrettanto scontato per un bambino, specie se nato e cresciuto tra i fumi catodici di una metropoli anzichè tra verdi pascoli popolati da mucche, caprette e maialini.

L’ autrice, vegana dal 2003, illustra come quella fetta di prosciutto o quella bistecca prima di diventare tali fossero innanzitutto esseri viventi che provavano le stesse emozioni dei nostri animali domestici.

L’intento è quello di stimolare i più piccoli ad essere  più attivi, curiosi, consapevoli delle loro scelte. A chiedersi Chi c’è nel piatto?, ma anche a riflettere sull’importanza del rispetto per la natura e l’ambiente. Cosa spinge sempre più persone ad abbracciare la scelta di non mangiare i nostri fratelli animali? Quali interessi si nascondono dietro gli allevamenti intensivi?

L’autrice presenta differenti animali tra cui polli, tacchini, mucche e maiali in un ambiente libero, descrivendo le loro naturali inclinazioni, per poi mostrare gli stessi nelle gabbie invivibili degli allevamenti intensivi, tipici della nostra economia capitalista.

Le illustrazioni profondamente espressive sono una forte denuncia intenta a muovere tutti quanti verso una consapevolezza maggiore di ciò che mangiamo e delle implicazioni delle nostre scelte, non solo alimentari.

Scrive l’autrice “Dobbiamo considerare in che modo il cibo che mangiamo può danneggiare il pianeta”.

Parlare di inquinamento ambientale, di deforestazione e di estinzione di specie animali e vegetali in un libro per l’infanzia è un atto responsabile e generoso verso i bambini e verso l’ambiente.

Come sottolinea la giornalista e vj Paola Maugeri nella prefazione all’edizione italiana…

“noi non ereditiamo la Terra dai nostri antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli”

Editore: Sonda

Prezzo: € 14,90

Pagine: 48