Durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali fuggivano, un colibrì volava in senso contrario con una goccia d’acqua nel becco.
“Cosa credi di fare!” Gli chiese il leone.
“Vado a spegnere l’incendio!” Rispose il piccolo volatile.
“Con una goccia d’acqua?” Disse il leone con un sogghigno di irrisione.
Ed il colibrì, proseguendo il volo, rispose: ”Io faccio la mia parte!”
La mia scelta di diventare vegan, ovvero eliminare qualunque alimento di origine animale, è nata da una motivazione prevalentemente etica, più che salutista.
Da qui, ne sono venute poi col tempo altre riflessioni, tra cui il desiderio di seguire uno stile di vita più sano, e questo ha rafforzato ulteriormente la mia scelta veg.
Allo stesso modo la mia attenzione a evitare prodotti che prevedono l’impiego di olio di palma è nata da una motivazione prima etica e poi legata alla salute.
Ma come, l’olio di palma è vegetale, pensavo, com’è possibile che non sia vegan?
Ecco. Per un approfondimento ben fatto, cari aficionados, vi rimando al sito di Greenpeace, che da tempo porta avanti campagne di informazione e sensibilizzazione per vietare l’impiego di questo olio.
Vi basti qui sapere che purtroppo questo olio è dannosissimo per l’ambiente, gli animali e per la nostra salute, e purtroppo al momento è largamente utilizzato, soprattutto negli alimenti confezionati, dove spesso è indicato con un generico ‘olii vegetali’ o ‘grassi vegetali’, perchè al momento non esiste l’obbligo di dichiararlo.
Uno dei prodotti in cui viene impiegato e spesso cammuffato sotto altre diciture è la margarina o burro vegetale.
Al momento in commercio non ne esistono senza olio di palma, a parte uno difficile da trovare e piuttosto caro.
Non sono mai stata una grande consumatrice di burro quando ero onnivora; infatti ho sempre preferito l’olio extra vergine di oliva per i condimenti, meglio se usato a crudo. Da quando sono vegan, quindi, non ho sentito la mancanza del burro, tranne qualche eccezione, per esempio alcuni dolci in cui il suo uso in effetti fa una bella differenza.
Ho pensato quindi di provare ad autoprodurlo, e devo dire che il risultato è ottimo, e oltretutto è facilissimo da ottenere.
La ricetta originale è di Bryanna Clark Gronan, autrice di numerose pubblicazioni vegan, tra cui World Vegan Feast.
Ho rivisitato questa ricetta con due piccole modifiche: non ho usato olio di canola, ma quello di soia, e non ho usato la xanthan gum.
INGREDIENTI (per un panetto da 350 gr)
– 1 litro di latte di soia naturale (non addizionato con zucchero o altro);
– 4 cucchiai di aceto di mele;
– mezzo cucchiaino di sale;
-150 gr di olio di cocco;
-2 cucchiai di olio di soia;
-1 cucchiano di lecitina di soia
Ho messo il latte di soia in una pentola sul fuoco, quando è arrivato alla temperatura di 80°C (ovvero prima dell’ebollizione, quando sulla superficie del latte vediamo delle micro-bollicine) ho spento il fuoco e aggiunto l’aceto di mele. Subito si sono formati i fiocchi; ovvero il latte ha cominciato a cagliare.
L’ho messo a scolare in uno scolapasta rivestito con un canovaccio, per separare i fiocchi dal siero, e sciacquato i fiocchi rimasti nel canovaccio con dell’acqua fredda per eliminare un po’ del retrogusto di aceto.
In un contenitore a bordi alti, idoneo a immergere il frullino, ho messo la lecitina, sciolta in un cucchiaino di acqua tiepida, l’olio di cocco, l’olio di soia, il sale e il latte di soia cagliato. A questo punto ho frullato finchè non si è formata una crema della stessa consistenza e cremosità di una panna vegetale.
Ho versato il composto in un recipiente rettangolare, per dargli la caratteristica forma da ‘panetto’ e messo in frigorifero a solidificarsi per 6 ore circa.
Il burro così ottenuto può essere usato per dolci e preparazioni che lo richiedano.
E gli oranghi possono dormire tranquilli.. 🙂
La storiella con cui inizi la conosco benissimo ed è quella che ispira anche il nome del mio blog… Neanch’io sono mai stata amante del burro e attualmente come grasso uso olio evo… però magari questa tua versione la provo… mi sembra bello l’effetto sulla fetta biscottata…
Ciao Daria! Si, la storiella l’avevo letta un bel po’ di tempo fa e me l’ero scritta, poi l’ho rivista sul tuo sito proprio ieri, e ho pensato di condividerla, ha un messaggio potentissimo in cui mi ritrovo al 100%!!! Anche questo burro autoprodotto e’ una piccola goccia 🙂 e oltretutto e’ (almeno fin qui) il miglior burro veg che abbia mai provato, così sulle fette biscottate integrali con una generosa cucchiaiata di composta fatta in casa.. è la morte sua! Bacini ps. Ho visto la tua marmellata di corbezzoli, l’hanno prossimo ci scappa la produzione, qua intorno i boschi sono pieni!!!
Che fortunata! Vorrei anch’io avere boschi pieni di corbezzoli… invece in giardino ne ho solo una piantina e se li voglio trovare selvatici devo come minimo spostarmi sui colli…
Fantastico, davvero da provare! Ho solo una domanda sull’olio di cocco…si trova facilemente in negozi biologici (tipo naturaSi per intenderci…).
Grazie mille e a presto!
Ciao Jessica! Confermo che lo puoi trovare da Natura si, ma anche in negozi con prodotti etnici; io per esempio l’ho trovato in un discount dove hanno un reparto etnico 😉 Solitamente lo vendono in barattoli, almeno l’ho sempre visto così, e ha un aspetto ‘solido’, nonostante la dicitura ‘olio’! È ottimo anche spalmato sulle mani (me ne sono accorta mentre preparavo il burro!!); ho letto che si usa in molte preparazioni cosmetiche!! Cucini e ti fai la manicure, mica male eh?! A presto, passo presto da te.. Ciauuu!
Ma che interessantissima variazione sul tema di Miss Bryanna Clark Gronan, nel mio piccolo avevo passato un toto di minuti a vederne l’esecuzione su yt ed avevo deciso che era troppo complicato x me, forse ci provo ma… prima assolutamente la no cheese!!! Ti confermo che l’olio di cocco a temperatura inferiore ai 20-25 gradi si presenta allo stato solido e, per quanto sia venduto purissimo anche per la cosmetica verifica sempre che sia espressamente citato l’utilizzo alimentare, comunque quello nel vasetto di vetro e tappo di alluminio venduto nei negozi di alimentazione bio è ad uso alimentare. Un virtuabbraccissimo!
Ciao Maura! Questo burro è stato una svolta per me, soprattutto per la preparazione di certi dolci, visto che in generale come dicevo non è un alimento di cui ho mai fatto un grande uso, nemmeno da onnivora.
Per realizzarlo ho impiegato in tutto 20 minuti (compreso far cagliare il latte..). Poi, col mio frighino vintage, ci sono volute 6 ore a solidificarsi 🙂 Ma ne è valsa la pena! Per la cheese, se ti viene più semplice senza agar agar, puoi rimpiazzarla degnamente con mandorle triturate o anacardi triturati, così fanno da ‘impalcatura’!! bacione a presto!!
Bellissima storia e bellissima ricetta! Anche io prediligo l’uso dell’olio quindi burro e margarine varie a casa mia non entrano da anni…a parte i burri vegetali che mi autoproduco a partire da frutta secca e semi (burro di arachidi, tahin, ecc…), che uso più che altro al naturale 🙂
La tua alternativa mi incuriosisce molto e vorrei provarla, quindi ti chiedo quanto burro viene fuori a partire da questa ricetta? Indicativamente quanto tempo si conserva? Grazie 😉
Ciao Alice!!! Con queste dosi ti viene un panetto da 350 gr. Di sicuro un paio di settimane in frigo dura, di più non saprei perchè quando lo preparo in genere è perchè sono sicura di usarlo per i dolci, quindi lo consumo.. 🙂 Buona sperimentazione!! un bacione
ps. se ti piace un po’ più giallino, con un pizzico di curcuma ottieni l’effetto 😉
Grazie mille delle informazioni! Un paio di settimane è un tempo senz’altro ragionevole, pensavo meno…allora proverò 😉
Fammi sapere, magari con un frigo meno ‘vintage’ del mio accorci anche i tempi di solidificazione!!!
Il mio frigo è nuovissimo, chissà! In settimana sperimento e ti faccio sapere 😉
Aspetto news, che son curiosa 😉 bacioni Alice!!
Grazie Lucia per aver condivisi questa ricetta, stavo giusto cercando una ricetta alternativa per produrre il burro vegetale in casa, da tempo io lo faccio semplicemente tritando la frutta secca finchè diventa come una crema, in questo modo però non riesco a produrre grandi quantità perché ho un mixer piccolo, se devo usarlo per fare dei dolci finisce subito! Con questa ricetta posso prepararne una grande quantità in un colpo solo! Solo una domanda: al posto dell’olio di cocco pensi vada bene quella crema che si forma nel barattolo di latte di cocco acquistato? Quello dovrebbe essere olio di cocco solidificato dal freddo del frigo, ma non ne sono sicura…… Ciao! Costanza
Ciao Costanza! L’olio di cocco è estratto direttamente dal frutto del cocco, dalla parte bianca per capirci 😉 Ho visto diverse ricette per autoprodurlo e partono tutte dalla polpa. Detto questo, le ricette migliori vengono fuori dalla sperimentazione, quindi fossi in te se hai a disposizione il residuo del latte proverei a usarlo 🙂 Magari scopriamo che è altrettanto valido! Al massimo, se non dovesse funzionare, ti saranno comunque venute delle mani da urlo, visto l’effetto emolliente del cocco. Quindi in ogni caso ci guadagnerai.. fammi sapere! un bacione
Grazie Lucy per questa ricetta! La prima parte è praticamente come per fare la ricotta vegan! Ottima soluzione quella del canovaccio per rivestire lo scolapasta….non ci avevo pensato, io avevo fatto la ricotta con un colino a maglie strette ma, senza canovaccio, è stato un po’ incasinato! Proverò sicuramente!
Un abbraccio
Serena
Ciao Serenella! Sì, la prima parte è esattamente la stessa che faccio di solito per autoprodurre la ricotta veg.. la difficoltà all’inizio è stata capire il momento giusto in cui spegnere il fuoco e versare l’aceto.. quanti tentativi falliti buahahahah!! non avendo il termomentro, risultava difficile capire quando esattamente il latte raggiungeva gli 80°C.. grazie a un’altra blogger che mi ha dato le dritte che ho scritto qui sopra, un giorno finalmente ho svoltato. E ricotta veg fu.. e son soddisfazioni 😉 )) un bacione a presto!!
ciao.che bella la storia del colibrì, me la sono segnata.è una gran bella massima di vita.detto questo….bella idea questa ricetta.io lo faccio più o meno simile il burro.non metto solo l’olio di soia.la storia dell’olio di palma è una delle ennesime schifezze a cui siamo arrivati grazie alle multinazionali, che badano solo al profitto.e oltretutto si approfittano della buona fede anche di chi non si informa abbastanza e pensa olii vegetali= non faccio del male a nessun animale.quindi una forma ancora più subdola.io è da tempo che sono a conoscenza di queste nefandezze dell’olio di palma, per questo orami sono sempre più per l’autoproduzione.
buona giornata.
vale
Ciao Vale! Grazie, proverò anche io a farla senza olio di soia allora 😉 Per l’olio di palma, tante associazioni, tra cui Greenpeace che citavo nel post, portano avanti campagne per rendere più consapevoli i consumatori. Eppure credo che a prescindere dalle grandi associazioni il cambiamento parta anche da noi singoli, con le nostre ‘piccole’ scelte quotidiane. Come diceva Gandhi, ‘la rivoluzione sta nella forchetta’.. io per esempio cerco di parlare anche attraverso il blog, per diffondere queste informazioni che a mia volta ho appreso grazie ad altre persone.. il dialogo è uno strumento potentissimo per sensibilizzare gli altri e far sì che le cose cambino, per la salvaguardia di questo nostro meraviglioso Pianeta! A presto, buona giornata!!!
Bellissimo!! Anch’io preparo ogni tanto il burro di soia ma in modo un pò diverso. Magari la prossima volta provo anche la tua versione! 😀 Bravissima!! Mi piacciono anche le foto 😀 Baci
Federica 🙂
grassie Fede! curiosa della tua ricetta.. ne ho provate tante, ma questa per ora è quella che mi soddisfa di più, soprattutto nei dolci! Ieri ho fatto i biscotti di Natale e sono rimasta molto soddisfatta del risultato 🙂 Detto ciò, la sperimentazione continua.. quindi benvengano nuovi suggerimenti! un bacione
Il burro lo uso quasi mai! e la margarina non mi ha mai “ispirato” molto!
L’unico momento in cui avrei la tentazione di mangiarlo è a colazione al mattino, con le fette di pane tostato, sotto uno strato generoso di marmellata di arance amare di cui sono ghiotta!
Quando ho visto la tua foto ho esultato! Evviva adesso posso provare con la tua fantastica ricetta! ;-)))
Ciao Mari! Che buona la marmellata di arance amare! Piace moltissimo anche a me! Con quella risalta ancora di più 😉 se lo provi fammi sapere!! bacini
Provato 🙂 Per farlo solidificare a me sono bastate circa 4 ore, nel senso che dopo 4 ore sono andata a vederlo in frigo ed era già bello compatto…stamattina provato sulle gallette di riso con aggiunta di marmellata…mi è piaciuto molto! Non vedo l’ora di provarlo per fare qualche dolcetto…;)
Che bello!! Sono felice che ti piaccia.. se apprezzi sulle gallette così, semplice con la marmellata, credo apprezzerai ancor di più la resa nei dolci!
Io l’ho appena usato nei biscottini di Natale, quelli ‘classici’, ma in chiave pastafrolla vegan, glassa e zuccherini con coloranti naturali.. li fa venire ‘burrosi’ ma leggeri allo stesso tempo. SBAV! Qualcuno dovrebbe brevettarlo e produrlo!!!!!! 😉
Ciao! l’olio di cocco è sostituibile con un altro olio?
Grazie
Ciao Elena! Benvenuta 😉 In questa ricetta l’olio di cocco è fondamentale, per via della consistenza semi-solida che conferisce al composto. L’olio di soia invece puoi sostituirlo con un altro egualmente leggero, come quello di mais per esempio.
Con queste dosi che ho indicato puoi ottienere un burro vegetale con la stessa consistenza di un burro ‘classico’, e lo trovo ideale per preparare dolci. Inoltre è molto buono anche così, spalmato sulle fette biscottate integrali.
Esistono altre ricette che non prevedono l’uso di olio di cocco, ma al momento non ne ho trovata una altrettanto valida, sia come sapore, sia come consistenza. Detto questo sono sempre aperta alle sperimentazioni, se trovo altre alternative le condividerò volentieri :-))) a presto!!
Ehhh, immaginavo fosse fondamentale, l’ho chiesto perchè non saprei dove reperirlo e fare un acquisto on line per un solo prodotto non mi sembra il caso… Io per ora ho sperimentato la margarina fatta in casa e volevo provare a fare il burro. Andrò alla ricerca dell’olio di cocco 🙂
Ciao e grazie
Ciao Elena! Prova nei negozietti etnici, potresti trovarlo! Ce l’hanno anche in certi discount, dove hanno i reparti etnici, oppure al Naturasì (e quindi credo anche in altri negozi ‘bio-eco’.. simili). Curiosa della tua ricetta della margarina ;-)))) un bacione e buona sperimentazione!!!!
Ciao Elena! Costanza di Rollingbeans ha pubblicato la ricetta per autoprodurre l’olio di cocco partendo dalla semplice farina di cocco. Quella dovresti trovarla più facilmente, ormai la vendono in tutti i supermercati, così in caso non trovassi l’olio vero e proprio puoi sempre ricorrere a questo metodo 😉 Ti posto il link: http://www.rollingbeans.it/2013/11/come-fare-lolio-di-cocco-in-casa.html?showComment=1385503866293#c6807901282144856011 bacioni!!
grazie Lucia per la menzione!! L’ho già sperimentato per fare un dolce insieme alla farina di cocco avanzata e al latte di cocco ottenuto durante la procedura, è venuto una meraviglia! Tra l’altro mi sono accorta che questo olio ha un sapore di cocco molto delicato per cui penso si possa usare anche per fare dolci che non devono sapere di cocco, sarebbe perfetto, naturalmente questo sarà il prossimo esperimento!! Ciao!
Chissà che buono il tuo dolce.. cocco a gogò! Il mio approccio verso questo burro all’inizio è stato un po’ timido, della serie ci vado piano.. temevo che lasciasse un po’ di retrogusto dove non doveva esserci. Poi l’ho usato nella pastafrolla vegan e sono rimasta contentissima 😉 Devo dire che forse la scorza del limone grattuggiata aiuta a eliminare anche il lontano gusto del cocco. Per ora ho usato questo burro in dolci dove è prevista sempre la scorza del limone, per esempio i biscotti di Natale ( pubblico domani la ricetta).. e per ora per me rimane IL burro vegan, eccezziunale veramenteee!! bacione 🙂
@ Elena, ciao Lucia mi permetto, l’olio di cocco nei negozio bio tipo natura si è cuore bio lo si trova nel reparto alimentari o in frigo in vasetti di vetro ed allo stato solido (si liquefa a temperatura uguale o superiore ai 25 gradi). Un virtuabbraccio ad entrambe.
precisa ;-))) grassie!
Grazie per le dritte, il naturasi cerco di evitarlo secondo me è un po’ troppo caro, proverò a cercare qualche negozio etnico, anche se nella mia città vedo più kebbabari 😦
Però visto che amo l’autoproduzione proverò anche a farmelo in casa 😀
Per quanto riguarda la margarina, non è una mia ricetta. Ho cominciato a ricercarne un’alternativa,visto che non si tratta di un grasso buono, se si cerca sul web si trovano tante versioni che partono da una ricetta su VeganBlog maio ho seguito questa ricetta:http://www.unavnelpiatto.it/ricette/margarina-vegetale-fatta-in-casa.php però quando la metto in frigo mi diventa liquida (la uso ugualmente) e devo trovare le giuste proporzioni. 😛
Grazie Elena! Ho capito che ricetta è! l’avevo provata molto simile e in effetti anche a me risultava un po’ troppo liquida, soprattutto per i dolci.. ne ho provate anche altre e ho fatto un bel po’ di flop prima di trovare questa, che al momento per me resta quella con cui mi trovo meglio! bacione a presto!!
Fantastico!!!! Devo farlo assolutamente, in alcuni biscotti quel po’ di margarina faceva in effetti la differenza..quindi….s’ha da fà! Si si si…ti farò sapere come mi viene ma prima devo fare la spesa, mi mancano gli oli e la lecitina, di cui era da un po’ che valutavo l’acquisto dato che è un ottimo emulsionante!
Ciao Silvia! Sì, ho letto in vari forum e blog che molti usano la lecitina al posto delle uova nelle ricette veg.. personalmente mi trovo molto bene con gli sciroppi, soprattutto quello di riso, perchè fanno sia da uovo che da dolcificante, però prima o poi voglio provare anche la lecitina, magari scopro che è ancora meglio!!! un bacione a prestooo!!!
Geniale!! Ho tutto, ci provo ^_^
Ti scopro con piacere e non ti lascio più. Mi piaci ^_^
Grazie Erica! E benvenuta a bordo 😉 Ora metto in moto la balena e vengo a trovarti, pistaaaaaaaaaa
Ho capito che l’olio di cocco è fondamentale: raffreddando solidifica!!! Usando, invece, tutto olio di soia, rimane una margarina. Ahi ahi ahi….. gli errori insegnano ^_^
:))) dipende che uso ne fai.. in effetti qui i piatti migliori vengono fuori proprio da quelli che sul momento mi sembrano ‘errori’, tipo dimenticare un ingrediente o aggiungerne un altro perchè in dispensa manca quello della ricetta originale 🙂 buona sperimentazione!!
Ciao Lucia, ben tornata dall’India, grazie per le ricette dei momo e della vellutata di carote viola.
Ti disturbo perchè nella ricetta dei dark side of the moon alla voce burro di soia mi sono permessa di inserire il link alla tua preziosissima ricetta, spero di non crearti dispiacere, naturalmente se non approvi fammelo sapere e provvedo subito a rimuovere il link.
Un virtuabbraccio.
Ciao Maura, macchè è un onore una citazione sul tuo blog! Anzi, GRAZIE! Tutte le ricette che propongo qui hanno il solo scopo di poter essere di ispirazione a quante più persone possibili, per far sì che nessun animale debba più essere schiavo del nostro sistema.. benvenga se idee e ricette sconfinano anche fuori da questo blog di frontiera!! un abbraccio
Grazie mille sei sempre dolcissima. Un abbraccio
Come mai si usano due oli differenti e perché proprio quello di soia e di cocco?
Ciao! L’olio di cocco ha il vantaggio di avere una consistenza solida.. prima di questa ricetta che ho pubblicato avevo provato tante ricette, ma la consistenza rimaneva troppo ‘liquida’ e non si prestava bene allo scopo di produrre biscotti, torte o spalmare su fette biscottate.. l’aggiunta dell’olio di soia (o semi o altro olio leggero) aiuta a rendere il burro più morbido e facile da lavorare, perchè altrimenti l’olio di cocco da solo tende a sgretolarsi. La spiegazione è un po’ grezza ma spero di aver chiarito 😉 a presto!
Ciao, vedo che anche te usi questo tipo di burro, allora ti volevo fare una domanda: ma a te quella margarina di soli oli e lecitina viene?io senza scherzi avrò sprecato due bottiglie di olio, ci sono diventata matta. mi rimaneva sempre una brodaglia inconsistente.
E poi, io l’olio di cocco lo compro in un negozio di prodotti etnici ed ho letto che pure te lo compri li. Ma il tuo sa di cocco?perchè il mio no, direi che non sa di un’emerita. Sapeva di cocco (pure troppo) quello che prendevo al bio.
Ciao,
Teresa
Ciao Teresa! L’olio di cocco che trovo all’etnico è extravergine e spremuto a freddo, il sapore e il profumo sono intensi, come annusare un cocco appena spaccato a metà!
Ti sono venuta a leggere poco fa e non sai quanto mi sono trovata leggendoti.. sapessi quanti tentativi anche io con le ricette per autoprodurre il burro con olii e lecitina.. mi venivano fuori delle brodaglie senza un perchè.. quando ho scoperto questa ricetta e mi è venuta al primo tentativo.. è stato come raggiungere l’illuminazione sulla via di Damasco dei fornelli.. son soddisfazioni!!!!
A presto e buona domenica!!!
Lucy
Davvero interessante! Pur non essendo vegan mi piace sperimentare e magari trovare cose piú sane, come questo burro! … Mi pinno la ricetta e magari ci faccio gli shortbread vegan! 🙂
ne assaggerei volentieri uno!!!!!!!