Che senso ha preoccuparsi dell’acqua che si consuma lavandosi i denti se si continua a mangiare carne?
Per chi è abituato a pensare ai problemi ambientali esclusivamente in termini di gas di scarico delle automobili e delle industrie, materiali tossici e radioattivi, probabilmente la dimensione della distruzione ambientale provocata dal moderno allevamento di bestiame costituirà una sorpresa.
Eppure, la devastazione ambientale provocata dall’industria della carne, sovrasta di gran lunga le altre numerose fonti di rischio ambientale, come spiega Jeremy Rifkin in Ecocidio.
Forse non tutti sanno che metà dell’acqua consumata oggi negli Stati Uniti è destinata alle coltivazioni di alimenti per bestiame.
Per produrre un chilo di carne di bovino allevato a cereali sono necessari centinaia di litri d’acqua, che servono all’irrigazione della terra su cui vengono coltivati i foraggi.
L’acqua utilizzata per produrre cinque chilogrammi di carne bovina equivale al consumo domestico di una famiglia americana per un anno.
In altre parole, per produrre un chilogrammo di proteine animali occorre una quantità d’acqua quindici volte superiore a quella necessaria per produrre la stessa quantità di proteine vegetali.
L’incremento continuo della popolazione bovina sta sconvolgendo l’ecosistema del nostro pianeta, distruggendo vastissime zone; l’allevamento di animali per l’industria della carne è la causa principale della riduzione delle poche foreste pluviali rimaste sulla terra. Per far posto a pascoli vengono abbattute intere foreste, mentre sempre più terre fertili vengono trasformate in deserti.
In Centroamerica e Sudamerica, milioni di ettari di foreste vergini sono stati abbattuti per lasciare spazio a pascoli per il bestiame.
La smisurata crescita di queste mandrie è responsabile anche di gran parte della progressiva desertificazione dell’Africa subsahariana. In nessun altro luogo il problema del pascolo eccessivo è grave come in Africa. Oggi più del 50% della superficie dell’Africa orientale è riservata al pascolo. In alcune zone si trovano fino a 6000 capi di bestiame, su terre che potrebbero a malapena nutrirne 600. Disinteressati alle conseguenze ambientali di lungo periodo, i governi continuano a incoraggiare l’incremento di allevamenti, tanto che oggi il continente africano ospita 186 milioni di bovini: uno ogni tre persone. Delle nove nazioni dell’Africa meridionale, il numero di bovini eccede la capacità di sostentamento della terra in una misura compresa tra il 50 e il 100 %.
Ecocidio è un appello all’umanità a superare la cultura della bistecca; come scrive l’autore nell’introduzione, questo libro è stato scritto nella speranza di contribuire a portare la nostra società oltre la carne.
E’ un libro che fa riflettere, perchè non è più possibile continuare a mangiare senza pensare. Avere piena consapevolezza di ciò che si mangia può sembrare un fardello eccessivo, ma in realtà porta a grandi soddisfazioni, tra le maggiori che si possano provare. Mangiare è un gesto ecologico e politico, perchè nonostante tutti i tentativi di occultare questa semplice verità, il nostro modo di alimentarci determina in gran parte ciò che sarà del pianeta in cui viviamo.
Jeremy Rifkin, laureato in economia, attivista pacifista e ambientalista, fondatore e presidente della Foundation on Economic Trends (FOET) e presidente della Greenhouse Crisis Foundation, ha scritto numerosi saggi tradotti in oltre 20 lingue. Rifkin interviene periodicamente come opinionista su numerosi giornali europei tra i quali il britannico The Guardian, lo spagnolo El Pais, il Suddeutsche Zeitung in Germania e L’Espresso in Italia.
Bel post!
Hai ragione, quello che manca alle persone è l’informazione…..la maggioranza non conosce questo aspetto del consumare carne. La maggior parte della gente pensa che per salvaguardare l’ambiente basti ridurre l’inquinamento nelle città, i gas di scarico o i rifiuti tossici, ma pochi sanno quanto è enorme l’impatto ambientale dell’industria della carne. Oltre al consumo enorme di acqua c’è anche il problema dell’inquinamento idrico con le deiezioni animali degli allevamenti intensivi! La mia principale motivazione dell’essere vegan è quella animalista, perchè quella è stata la mia “molla” interiore, l’amore per gli animali e il rispetto per ogni essere senziente, ma la salvaguardia del nostro pianeta penso sia un’altra ottima ragione per diventare vegan!
Grazie per la tua recensione di questo libro che non conoscevo
Buona serata
Serena
Ciao Serena!
Le tue motivazioni sono anche le mie. Non mangio carne e derivati innanzitutto per ragioni etiche. Perchè amo gli animali, quindi non li mangio. Credo che tra un cane e una mucca non ci sia alcuna differenza. E’ solo la società in cui viviamo che vuole farci credere che l’uno è un animale da compagnia e l’altro un ‘prodotto’ di cui possiamo fare ciò che vogliamo.
Il libro è di 10 anni fa, eppure è veramente attuale.
Mi stupisco di quante persone attente all’ambiente, che magari riciclano, autoproducono, fanno la raccolta differenziata, poi mangiano carne e derivati, senza sapere cosa si nasconde dietro a questa industria.
Io pur non essendo del tutto digiuna dell’argomento ho scoperto un mondo con questo libro. Tutte informazioni che mi saranno utili anche a dialogare in maniera più consapevole con gli altri.
Rispetto al nostro potere di cambiare il mondo sento la forte responsabilità di voler essere io la prima ad informarmi!
un bacione
e grazie a te!
Grazie per la recensione, prossimo acquisto e sicuramente verrà proposto e consigliato agli onnivori curiosi.
Ciao Feli! Sì, lo vedo un buon regalo per chi è onnivoro e non ha voglia di leggere un testo su quanto soffrono gli animali negli allevamenti.. non tutti sono sensibili a questa motivazione, altrimenti forse nessuno mangerebbe carne 🙂
A me non importa la motivazione di fondo, se è la salute, la sensibilità per la sofferenza di un essere animale, non voler contribuire all’effetto serra o inquinamento delle falde acquifere.. l’importante è che le persone non mettano più in tavola Esseri Viventi o prodotti derivati dalla loro schiavitù.
Oltretutto Rifkin è un personaggio molto noto anche a chi non è dell’ambiente veg 😉
un bacione
Libro molto interessante e da leggere. Lo cercherò. Ho letto da poco quello di Melanie Joy e sto cominciando a capire tante cose. Io sono diventata vegana per risolvere alcuni problemi di salute, e la differenza si è fatta sentire: sto molto meglio. Ma anche in me a poco a poco la motivazione etica sta crescendo, e sono grata alle mie intolleranze di avermi cambiata e migliorata.
Purtroppo la maggior parte delle persone pensa a quelli che come me diventano vegani per la salute come a degli sfigati, e a chi lo fa per motivi etici come a degli illusi o degli estremisti.
Ma gli illusi sono loro, si illudono che vada bene vivere così. Invece no, non va bene e per questo bisogna attivare dentro di noi e dentro di tutti un pensiero critico che fa fatica a trovare spazio nella società odierna.
Ciao Maryon! Quello di Melanie Joy non l’ho letto, lo consigli?
Io sono diventata vegan per una motivazione etica.. poi ho iniziato ad approfondire gli aspetti legati alla salute e all’ambiente.. alla fine ci sono così tante motivazioni per cambiare abitudini!
Un mio amico è diventato vegan perchè aveva seri problemi di emorroidi. Per me sono tutte motivazioni ugualmente valide, ognuno ha il suo perchè.. l’importante è trovare anche il giusto modo per arrivare agli altri. Con questo libro spero proprio di arrivare a chi ancora si è mostrato poco sensibile alla sofferenza degli animali, ma magari è più attento all’acqua che si consuma o all’effetto serra…
un bacione
buon weekend!
Lucy
Il libro di Melanie Joy è certamente da consigliare, io avevo letto i post di Ravanello Curioso riguardanti l’autrice e il libro, e così l’ho comperato. E’ illuminante.
Allora corro a procurarmelo e a leggere sul blog di Ravanello!!! GRAZIE ero giusto a corto di idee su quale libro leggere dopo Ecocidio!!!